… INFO per SCI-ALPINISMO e SCI-ESCURSIONISMO …

… alcune brevi note …

L’attività di Sci-Alpinismo e/o dello Sci-Escursionismo, non hanno una “data di nascita” ben definita, “nascondono” la loro origine tra la fine del XIX° e gli inizi del XX° secolo … queste pratiche avevano in origine delle necessità di spostamento legate al sostentamento delle popolazioni residenti in quei territori dove la neve ricopre il terreno per molti mesi l’anno … in seguito, queste tecniche sono state utilizzate anche durante “periodi bui” come le guerre, per poi diffondersi come attività ludico-sportive legate al mondo della montagna.

A differenza di altre discipline sportive, occorre evidenziare che la definizione di una scala delle difficoltà nello Sci-Alpinismo che sia precisa e univoca, come anche per lo Sci-Escursionismo, attività che deriva dallo sci nordico, è una pura utopia … come è altresì improbabile pensare ad un bollettino neve e valanghe valido per ogni pendio senza un ovvio margine di errore; in entrambi i casi si tratta di indicazioni importanti che ci aiutano nella scelta di un itinerario piuttosto che un altro … indicazioni che è giusto conoscere … consapevoli però, dei loro stessi limiti.

Non bisogna dimenticare che per praticare con un “margine” di sicurezza queste specialità, non si può prescindere dall’avere con sé l’idonea attrezzatura di autosoccorso:

A.R.T.Va.  >>>>>  Pala  >>>>>  Sonda

come eventuali altri accessori, (Zaino Airbag, AvaLung, ecc.) che ovviamente è necessario conoscere e saper usare con efficacia … come non ci si può dimenticare … di consultare attentamente il Bollettino Nivometeorologico.

 


SCALA delle DIFFICOLTA’

Per lo Sci-Alpinismo e lo Sci-Escursionismo esiste una terna di scale che permette una valutazione complessiva dell’itinerario:

  • la “Scala Blachère”, che fu introdotta negli anni ’40, essa, prende come riferimento le capacità dello sciatore, ancor oggi, è la classificazione più diffusa e conosciuta sull’arco alpino, anche se palesa i suoi “limiti”;
  • la “Scala Traynard”, introdotta attorno alla metà degli anni ’70, affiancandola alla “Scala Blachère”, prende prevalentemente in esame la pendenza del pendio e le difficoltà di discesa, dando informazioni sui passaggi più delicati;
  • la “Scala Alpina” – (Scala di Esposizione), in questa tipologia, oltre al parametro oggettivo dell’inclinazione di un pendio, come per la “Scala Traynard”, ne valuta anche l’esposizione, ossia le possibili conseguenze dovute al “contatto” con degli ostacoli nel caso di caduta.

perciò, è ben intuibile e risulta abbastanza complesso definire una “classificazione univoca”, proprio perché “concorrono” numerosi fattori legati alle condizioni reali del manto nevoso, (Esposizione dei versanti – Temperatura – Vento – Tipo – Quantità – ecc.) che incidono in misura importante nel determinare la difficoltà di una salita e della relativa discesa o di una traversata con gli sci.

—–  —–  —–

“Scala Blachère”

MS = Medio Sciatore.

Itinerario per sciatori che padroneggino la tecnica fuoripista su pendii aperti di pendenza moderata <25° ed in assenza passaggi obbligati.

BS = Buono Sciatore.

Itinerario per sciatori fuoripista che siano in grado di curvare e di arrestarsi in breve spazio e nel punto voluto, lungo il percorso è possibile incontrare pendii inclinati fino a 40°, passaggi obbligati ed anche tratti con condizioni di neve difficili.

OS = Ottimo Sciatore.

Itinerario per sciatori in possesso di un’ottima padronanza nella conduzione degli sci, anche su terreno molto ripido, con tratti esposti e passaggi obbligati; sono frequenti zone con condizioni di neve difficile e/o presenza di ghiaccio.

—–

L’aggiunta della lettera “A” dietro la sigla, (MS-A, BS-A, OS-A) indica che l’itinerario presenta anche difficoltà di carattere alpinistico: attraversamento di ghiacciai, percorsi in cresta con tratti rocciosi ed esposti, ecc. anche a quote elevate, in questo caso è fondamentale una preparazione adeguata e la conoscenza delle tecniche alpinistiche come la capacità d’uso dell’attrezzatura specifica: imbracatura, corda, piccozza, ramponi, materiali, chiodi e viti da ghiaccio, ecc..

—–  —–  —–

“Scala Traynard”

  • S1 – Terreno con pendenza lieve, dove è possibile procedere senza via obbligata.
  • S2 – Qualche dosso e ondulazione, ma la discesa risulta comunque agevole. (Pendii < 25°)
  • S3 – La pendenza si fa più accentuata, (Pendii fino a 35°) non è sempre possibile procedere in linea retta; anche la discesa si fa più controllata e tecnica, sia pure con una certa libertà del percorso.
  • S4 – Terreno ripido con passaggi obbligati, ( Pendii fino a 45°) non è possibile curvare a piacimento; si “entra” nell’ambito dello sci ripido.
  • S5 – Pendenze elevate e continue, (45° – 50°) è richiesta un’ottima padronanza della tecnica sciistica e un buon equilibrio.
  • S6 – Massima difficoltà, precede lo “sci estremo”, importanti tratti con pendenze fino a 50 – 55°, costante e forte esposizione, è fondamentale un’ottima padronanza della tecnica sciistica ed equilibrio.

Questa scala fu in seguito “elaborata” aggiungendo l’indicazione della difficoltà alpinistica in salita, (Scala UIAA) tenendo conto l’insieme di altri parametri: lunghezza dell’itinerario, la ripidezza e la continuità dei pendii, l’esposizione, i pericoli oggettivi, la quota e l’isolamento; essa, viene espressa aggiungendo l’indicazione: F – PD – AD – D – TD – ED, come per l’alpinismo; allo stesso tempo la scala delle difficoltà in discesa viene “aperta” verso l’alto … con l’introduzione di un “settimo grado”.

  • S7 – Sci estremo, presenta passaggi a 60° o più, salti di fasce rocciose su terreno costantemente molto ripido ed esposto.

—–  —–  —–

“Scala di Esposizione”

  • E1 – Si sviluppa su pendio uniforme, dove eventuali ostacoli come rocce o alberi non obbligano in modo significativo il passaggio; una eventuale caduta è generalmente controllabile e poco rischiosa.
  • E2 – Lungo il pendio sono presenti tratti irregolari e con ostacoli, quali: brevi barre rocciose e tratti fittamente alberati che ne interrompono la continuità; un’eventuale caduta è potenzialmente pericolosa, in alcuni casi, potrebbe essere ancora controllabile.
  • E3 – Si sviluppa su pendii con passaggi obbligati, costanti tratti irregolari e alti salti di rocce; un’eventuale caduta non è sicuramente controllabile e può portare a gravi conseguenze.
  • E4 – I pendii sono ripidi, con esposizione massima e continua, gli spazi di manovra sono limitati, presenza di salti di rocce e tratti con vegetazione fitta; risulta fondamentale non cadere, l’arresto è pressoché impossibile e la probabilità di sopravvivenza nulla.

—–  —–  —–

“Scala Volo” …

Il “mondo” dello Sci-Alpinismo evolve … con l’introduzione di nuove specialità, come il “Free-Ride” e lo “Sci-Ripido” … questa novità, fece sì che le scale di difficoltà utilizzate apparvero insufficienti rispetto all’evoluzione dei materiali, alle aspirazioni, nella scelta degli itinerari ed alla mentalità dei praticanti … così, verso la fine degli anni novanta, in Francia, vi fu l’esordio di una nuova scala di difficoltà, chiamata: “Classificazione Toponeige”, che presto, venne conosciuta nell’ambiente come “Scala Volo”, diffondendosi rapidamente; i parametri di questa scala possono venire racchiusi in tre “macro-fasi” della pratica sci-alpinistica, dettagliate ed integrate tra loro … sostanzialmente “raccoglie” in sé le “scale” che l’hanno storicamente preceduta, inoltre è stata adottata sia per gli itinerari semplici, sia per quelli più difficili o estremi.

DISCESA in SCI  >>>  MARCIA   >>>  ESPOSIZIONE

Il sistema di “codifica” risulta abbastanza complesso, ma, riferendosi alle tre “macro-fasi” di cui prima, determina una formula abbreviata, che, per esempio potrebbe essere indicata con: 3.2/F/E2 … dove 3.2 indica il tipo di difficoltà in discesa, F indica il tipo di difficoltà alpinistica, (Scala UIAA) e E2 indica la tipologia del pendio da affrontare, (Ripidità, Esposizione, ecc.); però, in alcuni casi si può trovare una indicazione abbreviata, ad esempio: 3.2/E2 … cioè, senza la quotazione relativa alla “Marcia”, questo perché così facendo, si permetterebbe di “quotare” la difficoltà dell’itinerario anche ai “non sciatori”. (Escursionisti con Racchette da Neve, Alpinisti con Ramponi, ecc.)

… la materia è complessa e … la storia continua …